di Alessandra Schofield
Il termine welfare aziendale (benessere aziendale in italiano) definisce una serie di benefit e prestazioni non monetarie che l’azienda eroga a favore dei propri dipendenti. Si tratta di misure tramite le quali il potere d’acquisto dei lavoratori e delle loro famiglie viene di fatto incrementato, migliorandone la qualità della vita, ma senza aumentare il carico fiscale né sui dipendenti né sul datore di lavoro (questo con particolare riferimento ai flexible benefit; i cosiddetti fringe benefit vengono tassati, ma godono comunque di un trattamento fiscale agevolato).
Il welfare aziendale può comprendere un’ampia gamma di prestazioni. Per fare qualche esempio: asili nido o servizi di baby sitter, borse di studio, rette scolastiche o universitarie, assicurazioni sanitarie, servizi di assistenza a familiari anziani, previdenza complementare, abbonamenti al trasporto pubblico o servizi di trasporto per agevolare gli spostamenti dei lavoratori, permessi e congedi extra, agevolazioni per determinati acquisti o abbonamenti a palestre, teatri, etc.
Secondo una recente indagine Censis-Eudaimon, i lavoratori non conoscono bene gli strumenti di welfare aziendale: solo il 19,8% dichiara di conoscerli bene, il 45,1% li conosce a grandi linee e il 35,1% non li conosce affatto.
Chi li conosce, però, li apprezza molto: dall’indagine è emerso che i lavoratori vorrebbero un supporto personalizzato (79,4%), migliori e maggiori opportunità per conciliare vita familiare e lavoro (79,2%), integrazioni di reddito per spese alimentari (79,1%), supporto per risolvere problemi burocratici nel rapporto con la pubblica amministrazione (78%), consulenza o supporto psicologico per affrontare le difficoltà quotidiane (68,1%). Si rileva quindi da parte dei lavoratori la richiesta di integrazioni di reddito per far fronte alle difficoltà legate all’inflazione, ma anche di strumenti utili a migliorare la qualità della vita.
Le aziende che hanno già adottato queste iniziative hanno registrato il miglioramento di aspetti positivi quali la motivazione e soddisfazione delle persone, il clima e la reputazione aziendale, il benessere organizzativo, l’immagine del marchio, l’attrazione di talenti, e la riduzione di aspetti negativi quali il carico fiscale per datori di lavoro e dipendenti, assenteismo, comportamenti a rischio, turnover patologico, stress correlato al lavoro.
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