di Alessandra Schofield
Vuoi vivere otto anni in più? Smetti di fumare. Lo scorso 24 novembre Eurispes ha presentato i risultati principali delle indagini condotte nel 2023 sul fumo, sul suo impatto sulla salute e sulle abitudini dei fumatori in Italia anche per quanto riguarda i prodotti alternativi come le sigarette elettroniche e/o il tabacco riscaldato.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nell’anno in corso sono 10,5 milioni i fumatori nel nostro Paese, di cui il 25,1% uomini ed il 16,3% donne.
La grande maggioranza (68,6%) non ha neanche mai provato a smettere di fumare. Detto ciò:
- il 31,4% ci ha provato, ma senza successo
- il 27,2% è consapevole di dover smettere, ma non pensa di riuscirci
- il 18,4% vorrebbe smettere, ma non ora
- il 12,2% si propone di smettere entro sei mesi
- il 15,5% non ne ha alcuna intenzione
La sigaretta elettronica appare in crescita, soprattutto grazie al passaparola. Tra chi la utilizza, solo il 15,5% usa solo liquidi con nicotina, mentre il 57,3% preferisce quelli senza nicotina e il 27,2% li usa entrambi.
Diminuiscono invece i fruitori di prodotti a tabacco riscaldato, che però ha avuto un impatto positivo sulla riduzione del consumo di sigarette tradizionali: addirittura il 79,5% del campione intervistato le ha abbandonate dopo essere passati ai prodotti senza combustione.
Secondo quanto riferisce l’ISS il consumo di tabacco è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie e il tabagismo, considerato una vera e propria patologia cronica recidivante, rappresenta uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale. Al punto che – dichiara l’Istituto Superiore di Sanità – “Smettere di fumare è la cosa più importante che un fumatore può fare per vivere più a lungo”.
Ogni anno in Italia – riferisce il Ministero della Sanità – oltre 93.000 morti sono attribuibili al fumo di tabacco, ed è particolarmente preoccupante che il 20% dei giovanissimi tra i 13 e i 15 anni fumino abitualmente.
Ci ricorda ancora l’Istituto che fumare riduce la speranza di vita di ben otto anni. Inoltre, chi fuma ha una probabilità doppia di essere colpito da infarto e decuplicata di essere colpito da cancro ai polmoni rispetto a chi non lo fa.
L’Associazione Italiana di Ricerca contro il Cancro riporta che il fumo causa circa l’85-90% dei casi di tumore del polmone. Ma non solo: fumare amenta il rischio di sviluppo di tumori del cavo orale e della gola, del pancreas, del colon, della vescica, del rene, dell’esofago, del seno, soprattutto tra le donne più giovani, e di alcune leucemie.
E pensare che già dopo soli dodici mesi senza fumo il rischio di malattia cardiovascolare si dimezza, per sparire completamente dopo qualche anno.