di Alessandra Schofield
Università italiane, andamento delle immatricolazioni e analisi delle aree disciplinari secondo il CENSIS. Come abbiamo visto nel precedente articolo https://www.mac-assicurazioni.it/istruzione-e-opportunita-sempre-di-piu-lo-studio-plasma-il-futuro-lavorativo-degli-italiani-parola-di-istat/ , più avanzato è il titolo di studio conseguito, maggiori sono le opportunità lavorative che si possono cogliere.
La scelta della facoltà universitaria è quindi particolarmente importante ed è per questo che ogni anno CENSIS propone una classifica delle Università italiane in base a una serie di parametri relativi a Servizi, Borse e Contributi, Strutture, Comunicazione e Servizi Digitali, Internazionalizzazione e Occupabilità (il tasso di occupazione dei laureati a un anno dal conseguimento del titolo).
Il Report, inoltre, offre uno spaccato dettagliato delle tendenze e delle dinamiche che caratterizzano l’istruzione superiore nel nostro Paese. Un’analisi approfondita, che rivela non solo i movimenti nelle iscrizioni complessive, ma anche come queste si distribuiscono tra le diverse aree disciplinari e regioni geografiche.
L’anno accademico 2023/2024 ha visto un leggero calo delle immatricolazioni rispetto all’anno precedente, con una diminuzione dello 0,2%, pari a 579 neoiscritti in meno, con un’inversione di tendenza rispetto all’aumento del 3,3% registrato nell’anno accademico 2022/2023. Andiamo a osservare la distribuzione territoriale delle immatricolazioni:
- Sud e Isole +4,2%
- Nord-Est +1,2%
- Centro -3,6%
- Nord-Ovest -2,5%.
Si evidenzia una crescita significativa delle immatricolazioni nelle regioni meridionali e insulari, suggerendo un recupero di attrattività per le università del Sud e delle Isole. Al contrario, le regioni centrali e nord-occidentali hanno registrato una flessione, indicando possibili aree di miglioramento per gli atenei situati in queste zone.
L’interessante analisi delle immatricolazioni per aree disciplinari mostra variazioni notevoli tra i diversi campi di studio, riflettendo cambiamenti nelle preferenze degli studenti e nelle necessità del mercato del lavoro.
Le aree Sanitarie e agro-veterinarie hanno mostrato un aumento totale del 7,0%. In particolare, il settore medico-sanitario e farmaceutico +10,1%, scienze motorie e sportive +5,5% e agrario-forestale e veterinario -6,9%.
L’area sanitaria ha visto quindi un forte incremento, soprattutto nei corsi medico-sanitari e farmaceutici, probabilmente spinto dalla crescente domanda di professionisti sanitari in risposta alla pandemia e ad altre emergenze sanitarie. Al contrario, i corsi agrari e veterinari hanno subito un calo, suggerendo una possibile saturazione del mercato o una diminuzione dell’interesse da parte degli studenti.
Le aree artistiche, letterarie ed educative presentano un incremento totale del +0,5%, soprattutto attribuibile ai settori di educazione e formazione +5,9% e linguistico:+0,7%, mentre perdono appeal arte e design -4,5% e letterario-umanistico -1,0%, forse per la percezione di minori opportunità occupazionali in questi settori.
In calo generale le aree economiche, giuridiche e sociali del -2,2%: economico -1,5%, giuridico -2,7%, psicologico -10,5%, fanno eccezione politico-sociale e comunicazione +0,9%.
Psicologico: -10,5%.
Il calo particolarmente significativo nei corsi di psicologia potrebbe, anche in questo caso, essere dovuto a un cambiamento nelle percezioni sulle opportunità lavorative o alla saturazione del mercato per i laureati in tale ambito.
Anche le discipline STEM segnano un decremento totale del -2,2%, ma dovuto in effetti all’ambito scientifico -7,3%, mentre crescono architettura e ingegneria civile +2,0%, informatica e tecnologie ICT +2,9%, ingegneria industriale e dell’informazione +0,1%.
L’aumento nelle iscrizioni in architettura, ingegneria civile, informatica e tecnologie ICT, riflette la crescente domanda per queste competenze nel mercato del lavoro moderno.
Un dato interessante è l’aumento delle immatricolazioni femminili, che segnala un cambiamento positivo verso la riduzione del divario di genere, soprattutto in aree tradizionalmente dominate dagli uomini, come le discipline STEM. Ad esempio, nei corsi di architettura e ingegneria civile, le immatricolate sono aumentate del 6,4%, mentre gli immatricolati maschi sono diminuiti dell’1,9%. Anche nei corsi di informatica e tecnologie ICT, le immatricolate sono cresciute del 12,5% rispetto a un aumento dell’1,2% tra i maschi.
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