di Alessandra Schofield
Le piogge anche intense che nei giorni scorsi hanno interessato l’Italia a macchia di leopardo e particolarmente il Sud, non migliorano in alcuna maniera la situazione di siccità che sta soffrendo il Nord. E Coldiretti lancia l’allarme: nel 2022 nelle Regioni settentrionali si è già registrato il 40% di precipitazioni in meno e la scarsità di neve ha ridotto il potenziale idrico “stoccato” sulle montagne.
Qualche dato può aiutare a comprendere l’entità del problema. Ad inizio 2023:
- il Po è al -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico
- il Lago Maggiore è riempito al 38%
- il Lago di Garda al 35%
- il Lago di Como al 20%
Tutto questo a fronte di previsioni meteo nelle quali le precipitazioni sono assenti proprio mentre i terreni debbono essere preparati per le semine e le coltivazioni avranno assoluto bisogno di acqua per svilupparsi.
Lo scorso anno sono andati perduti circa 6 miliardi di euro nei raccolti, proprio a causa della siccità. Adesso, a inizio 2023, è a forte rischio addirittura 1/3 delle produzioni caratteristiche della Pianura Padana derivanti da allevamento e agricoltura: grano duro, Parmigiano Reggiano, Grana Padano, prosciutto di Parma, Culatello di Zibello, frutta e verdura tipiche, solo per fare alcuni esempi.
Inoltre, data la carenza di acqua del Po, si semineranno probabilmente circa 8.000 ettari di riso in meno. Considerando che l’Italia è il principale produttore europeo in questa coltura, che si sviluppa lungo il corso del fiume – e principalmente in Piemonte e in Lombardia – si tratta di un problema di dimensioni molto vaste. La Lombardia produce, da sola, il 40,5% del riso italiano.