di Alessandra Schofield
Secondo le ultime rilevazioni dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, il 40% degli Italiani aumenterebbe la frequenza dei controlli preventivi se i tempi di attesa fossero ridotti. La percentuale di coloro che svolgono regolarmente controlli sanitari si mantiene stabile, mentre quasi la metà della popolazione decide di curarsi solamente all’apparire dei primi sintomi di malessere. È preoccupante notare che una donna su quattro non si reca dal ginecologo da più di tre anni.
L’indagine più recente condotta dall’Osservatorio Sanità di UniSalute, realizzata in collaborazione con Nomisma, ha esaminato l’atteggiamento degli Italiani verso la prevenzione sanitaria e le visite di controllo. L’analisi ha coinvolto un campione rappresentativo di 1.200 individui e ha evidenziato come la percentuale di cittadini che monitora attivamente la propria salute attraverso controlli regolari rimanga invariata al 41% rispetto all’anno precedente. Una riduzione dei tempi di attesa potrebbe essere decisiva per incentivare un maggior numero di persone a prendersi cura della propria salute: il 40% degli intervistati ha infatti dichiarato che sarebbe propenso a effettuare più controlli se i tempi di attesa fossero inferiori, e il 22% lo farebbe se vi fosse una maggiore disponibilità di date e orari per le visite.
Riguardo alla pratica effettiva dei controlli di prevenzione, è comunque incoraggiante che quasi l’intero campione (93%) abbia consultato il proprio medico di base almeno una volta nel 2023. Nell’ultimo anno, l’80% degli Italiani ha eseguito analisi del sangue, con una percentuale leggermente superiore tra le donne (83%) rispetto agli uomini (77%).
Tuttavia, molte visite specialistiche vengono trascurate: oltre un terzo degli Italiani (35%) non ha effettuato una visita odontoiatrica o un trattamento di igiene dentale negli ultimi tre anni e il 44% non ha mai sottoposto a controllo dermatologico i propri nei. Inoltre, la condizione dei controlli specifici per la salute femminile è altrettanto allarmante: una donna su quattro non visita un ginecologo da almeno tre anni e quasi il 30% non ha effettuato un Pap test.
Oltre ai lunghi tempi di attesa, anche le questioni economiche influenzano la frequenza dei controlli preventivi. Tra coloro che non hanno effettuato esami di prevenzione negli ultimi tre anni, il 36% ha citato i costi elevati come motivo principale, mentre il 47% afferma che sarebbe più propenso a farlo se i controlli fossero gratuiti. Inoltre, l’indagine di UniSalute sottolinea l’importanza della cultura della prevenzione: circa due terzi degli italiani (64%) ammettono di evitare le visite, posticipandole in caso di problemi di salute minori (48%) o cercando di limitarle il più possibile (16%). Infine, quasi la metà degli intervistati (45%) preferisce curarsi solo quando inizia a manifestare sintomi di un disturbo o di una malattia effettiva.