di Alessandra Schofield
Le vittime adulte e minorenni di stalking, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale hanno sempre e comunque diritto all’assistenza legale gratuita, indipendentemente dal loro reddito (che quindi non deve essere neppure oggetto di dichiarazione o attestazione da parte della persona assistita).
La Corte Costituzionale, con la Sentenza n. 1/2021, ha definitivamente sancito il gratuito patrocinio per chiunque subisca questo tipo di comportamenti.
Secondo la Corte, la particolare natura di questi reati accentua la vulnerabilità delle vittime, che hanno quindi bisogno di un concreto sostegno e di un accesso agevolato alla giustizia, favorito proprio dalla gratuità dell’assistenza legale.
Il supporto dell’avvocato è ancora più importante del consueto, in quanto solo il professionista è davvero in grado di chiarire alla persona assistita quali siano i suoi diritti e come può difendersi, aiutandola a districarsi tra i meandri del sistema penale. In questi casi, il legale ha a che fare con vittime spesso fisicamente e psicologicamente provate dal proprio vissuto, nel quale la decisione di uscire da determinate situazioni è di per sé stessa frutto di un processo lungo e doloroso.
Il pronunciamento, inoltre, vuole così incoraggiare le denunce da parte di chi subisce questo tipo di persecuzioni e violenze, affinché i reati emergano e possano essere meglio contrastati.
Si tratta di un punto molto importante, perché spesso le vittime subiscono – eventualmente anche in aggiunta alle altre vessazioni – la cosiddetta “violenza economica”.
Si tratta di una forma di violenza piuttosto subdola, e per questo non sempre correttamente identificata dalla persona che ne è oggetto.
In questi casi, alle persone oggetto di maltrattamento viene limitato o impedito l’accesso al denaro, anche quando da loro stesse guadagnato, in modo da lasciarle in una condizione di subordinazione o dipendenza da altri per la sopravvivenza. Frequentemente questo stato di cose ingenera nella vittima senso di inferiorità ed inadeguatezza, e la percezione di non essere in grado di provvedere a sé e ai propri figli.
Il timore di non poter far fronte alle spese da affrontare per liberarsi diventa allora un limite psicologico oltre che pratico. Ecco perché la decisione della Corte Costituzionale, che solleva la persona oppressa dalla paura degli oneri legali, assume tanto rilievo.