di Alessandra Schofield

Lombardia: terra di vini pregiati e diversificati. La Lombardia è rinomata per la produzione di diverse tipologie di vini, sia rossi che bianchi, compresi alcuni spumanti di fama internazionale. Ecco solo alcuni dei principali vini prodotti in questa regione, che beneficia di un clima vario e di terreni ideali che permettono la coltivazione di diverse varietà di uva.

I vini iconici della Lombardia

  • Il Franciacorta DOCG è forse il vino più famoso prodotto in Lombardia. È uno spumante prodotto principalmente con uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, seguendo il metodo classico (o metodo champenoise), lo stesso utilizzato per il Champagne.
  • Nell’Oltrepò Pavese si producono vari tipi di vino, inclusi spumanti, rossi e bianchi. L’Oltrepò Pavese Metodo Classico è un altro spumante significativo, mentre l’Oltrepò Pavese Barbera e Pinot Nero sono due dei vini rossi più apprezzati della zona.
  • Il Lugana DOC è un bianco aromatico e fresco che proviene dalla zona meridionale del Lago di Garda, principalmente fatto con la varietà di uva Turbiana (localmente nota come Trebbiano di Lugana).
  • Il Valtellina Superiore DOCG è un vino rosso è prodotto con uve Nebbiolo (localmente chiamate Chiavennasca) nella zona alpina della Valtellina, noto per il suo corpo robusto e la sua capacità di invecchiamento.
  • Lo Sforzato di Valtellina DOCG, anche noto come Sfursat, è un vino rosso passito intenso, fatto con uve Nebbiolo appassite prima della fermentazione, producendo un vino più ricco e alcolico.
  • Il Curtefranca DOC, prodotto nelle vicinanze di Franciacorta, include vini bianchi e rossi prodotti con una varietà di uve, dando luogo a vini generalmente freschi e fruttati.

Enpaia-Censis per Vinitaly: i dati sul consumo di vino degli Italiani

Data l’importanza e la qualità della produzione vinicola in questa regione, possono essere per le aziende del territorio particolarmente interessanti alcuni dati tratti dall’ultimo rapporto Enpaia-Censis per Vinitaly, focalizzato sul consumo di vino in Italia e come questo si differenzia tra le generazioni.

Il consumo di vino in Italia è descritto come transgenerazionale, coinvolgendo maggioritarie quote di persone di ogni classe di età. Negli ultimi venti anni, si nota un aumento dei consumatori giovani (18-34 anni) e una riduzione tra gli adulti (35-64 anni) e gli anziani (65 anni e oltre). Il rapporto degli Italiani con il vino è descritto come “responsabile e consapevole”, evidenziando un consumo informato e valorizzante la diversità di significati sia materiali che immateriali del vino.

Le modalità di consumo di vino cambiano con l’età: i giovani lo consumano più spesso in contesti sociali e all’aperto, gli adulti durante i pasti e in compagnia, mentre gli anziani lo fanno prevalentemente durante i pasti in un contesto più intimo. Nonostante l’inflazione e i cambiamenti nei budget familiari, la qualità rimane la priorità principale nella scelta del vino per gli italiani, mostrando un forte legame con il concetto di “bere bene” come parte integrante della cultura italiana, indipendentemente dalle condizioni economiche e con una preferenza marcata per il vino italiano (il 96,5%) attraverso tutte le generazioni. Inoltre, l’83,1% dei consumatori italiani mostra una preferenza specifica per vini con denominazioni di origine protetta (Dop) e indicazioni geografiche protette (Igp). Anche se i vini di paesi con una tradizione consolidata come Francia o Spagna sono apprezzati da circa la metà degli italiani, solo una minoranza, variabile dal 6,6% degli anziani al 27,5% dei giovani, mostra interesse per vini provenienti da paesi vitivinicoli emergenti come Sud Africa, Cile o Australia.

I gusti variano significativamente tra le generazioni: i giovani tendono a preferire i vini bianchi e le bollicine, mentre gli adulti e gli anziani mostrano una predilezione per i vini rossi. 

Le sfide per il settore

Il vino italiano rappresenta per gli italiani non solo un prodotto di consumo ma anche un simbolo di qualità, tradizione, identità e sostenibilità. Queste valutazioni crescono con l’età, riflettendo un approfondimento culturale e di competenze.

Tra il 2022 e il 2023, la produzione totale di uve da vino è diminuita del 16,2%, con una flessione più marcata nelle uve destinate ad altri vini (-32,7%), seguita da quelle per vini Igp (-11%) e Dop (-8,1%). La produzione agricola in ettolitri ha subito una calo complessivo del 20,4%, con una contrazione in tutte le categorie: vino da tavola (-30,1%), vino Dop (-13%) e vini Igp (-22,5%). Queste riduzioni sono state particolarmente influenzate dagli eventi successivi al 2019, inclusa la pandemia di COVID-19. 

In effetti, proteggere una azienda vinicola con una polizza assicurativa è fondamentale per mitigare i rischi associati a questa attività complessa e variabile. L’industria del vino, infatti, è esposta a una serie di potenziali pericoli che possono avere impatti finanziari significativi. Le vigne sono, ad esempio, particolarmente vulnerabili agli eventi climatici estremi, come gelate improvvise, grandinate, inondazioni o siccità prolungate, che possono distruggere un’intera annata in poche ore. Le strutture come cantine e le attrezzature utilizzate nella vinificazione sono costose e i danni causati da incendi, terremoti o altri eventi possono essere molto onerosi. 

L’82,6% degli Italiani crede infatti che il cambiamento climatico influenzerà i tipi di vino disponibili. Ma al contempo c’è un’alta fiducia nella capacità delle imprese italiane di affrontare le sfide del cambiamento climatico e della sostenibilità.  

Per un approfondimento, il Report è disponibile a questo link.

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