di Alessandra Schofield


La Legge di Bilancio 2024 e l’obbligo di assicurazione per le imprese contro i rischi catastrofali. Negli ultimi tempi, il tema dei rischi catastrofali è divenuto sempre più centrale. La recente legge di bilancio ha quindi introdotto, per la prima volta in Italia, l’obbligo per le imprese di assicurarsi contro terremoti, alluvioni e frane. Si tratta di una svolta significativa, poiché finora la copertura assicurativa per tali eventi era facoltativa e poco diffusa. Lo ha illustrato chiaramente il Consigliere IVASS Riccardo Cesari nel suo recente intervento al convegno Assiprovider.
È fondamentale comprendere quanto l’Italia sia esposta ai disastri naturali e come questa vulnerabilità sia ulteriormente aggravata dai cambiamenti climatici, che rendono sempre più frequenti fenomeni come alluvioni e frane. Finora, la copertura assicurativa nel nostro Paese è risultata inadeguata: l’Italia si colloca tra i primi Paesi in Europa per “protection gap”, ovvero il divario tra i danni potenziali e la reale copertura assicurativa disponibile.
La nuova legge di bilancio – la cui pubblicazione ufficiale avverrà sulla Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre 2023, come da prassi, per entrare in vigore il 1° gennaio dell’anno successivo – interviene con decisione su questo tema, introducendo l’obbligo assicurativo per tutte le imprese italiane, ad eccezione di quelle agricole che dispongono già di un proprio sistema di protezione. Le compagnie assicurative operanti sul territorio nazionale saranno obbligate a offrire queste coperture, pena pesanti sanzioni. I contratti dovranno essere proporzionati al rischio specifico delle diverse aree geografiche e potranno prevedere una franchigia fino al 15% del danno.
L’obiettivo di questo provvedimento è colmare il divario tra la reale esposizione delle aziende italiane ai rischi e la copertura assicurativa effettiva. Tuttavia, la sua applicazione richiederà ulteriori chiarimenti che saranno stabiliti da un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Tale decreto dovrà definire aspetti pratici, tra cui la specifica degli eventi coperti, le condizioni per gli immobili in affitto e le regole per la riassicurazione da parte di SACE, che potrà coprire fino al 50% degli indennizzi.
Un punto chiave riguarda la distribuzione geografica del rischio. I fenomeni catastrofici come terremoti e alluvioni non colpiscono in modo uniforme il territorio nazionale: alcune zone sono molto più vulnerabili di altre. È quindi essenziale un sistema di mutualità che permetta di distribuire i costi della copertura su aree più ampie, evitando che le imprese situate in zone ad alto rischio debbano sostenere premi assicurativi sproporzionati rispetto a quelle in aree meno esposte.
Questa nuova legge tocca dunque un aspetto cruciale della nostra economia, introducendo un obbligo che può contribuire a proteggere le imprese e, di riflesso, l’intero sistema economico nazionale. Non sarà un percorso privo di sfide, poiché restano molte questioni tecniche da affrontare. Tuttavia, l’iniziativa rappresenta un passo importante verso un Paese più preparato e resiliente di fronte ai disastri naturali.
Ma cosa comporterà, in pratica, per le aziende italiane? Tutte le imprese commerciali, ad eccezione di quelle agricole già coperte da normative specifiche, dovranno stipulare polizze assicurative contro terremoti, alluvioni e frane entro il 2024. Questo significa che le aziende dovranno valutare il proprio livello di esposizione ai rischi catastrofali in base alla loro posizione geografica e alla natura delle loro attività, individuando le polizze più idonee per tutelare i propri immobili, impianti produttivi e attrezzature.
Dal punto di vista operativo, le imprese dovranno analizzare le diverse offerte del mercato assicurativo, selezionando quelle più adatte alle loro esigenze. La legge stabilisce che le compagnie assicurative siano tenute a offrire tali coperture, senza possibilità di rifiuto.
Un aspetto cruciale della normativa riguarda l’accesso agli aiuti pubblici in caso di calamità: solo le imprese in regola con la copertura assicurativa potranno beneficiare di contributi e sovvenzioni. Questa clausola vuole essere un forte incentivo per le aziende a rispettare l’obbligo assicurativo, spingendole a prendere seriamente in considerazione i rischi naturali e a integrarli nei propri piani aziendali. Ciò comporterà costi aggiuntivi, è vero, ma offrirà anche una maggiore sicurezza e una migliore capacità di resilienza di fronte agli eventi catastrofici, garantendo la continuità operativa e, in ultima analisi, contribuendo alla protezione dell’economia nazionale.

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