di Alessandra Schofield
Il 15 marzo si è celebrata la “Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare.”
Secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia circa il 5% (3 milioni di persone) della popolazione soffre di un qualche disturbo del comportamento alimentare: anoressia, bulimia o binge eating disorder (BDE, disturbo da alimentazione incontrollata)
Sebbene le patologie si manifestino prevalentemente tra i 12 e i 25 anni, ed i particolare fino ai 17 anni, l’esordio è sempre più precoce, anche verso gli 8-9 anni. Inoltre, se in passato riguardava principalmente le ragazze, si sta diffondendo maggiormente anche tra i ragazzi. Stanno aumentando i casi nelle bambine prepuberi, nelle donne in età di menopausa e, in generale nelle persone oltre i trent’anni.
Può passare molto tempo tra l’insorgere del sintomo e la cura; e questo è un problema molto serio perché tutti i disturbi alimentari possono avere conseguenze gravissime sulla salute, in quanto coinvolgono e danneggiano tutti gli organi e apparati del nostro organismo – cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico etc. – ripercuotendosi inevitabilmente anche sulle attività quotidiane e sulla qualità della propria vita sotto ogni aspetto.
L’anoressia è la malattia psichiatrica che segna il più alto tasso di mortalità ed aumenta fino al 10 volte il rischio di morte rispetto a quello di una persona sana della stessa età e genere.
Durante il lockdown si è vista un’impennata dei casi (+45%) e degli esordi precoci di queste problematiche.
Peraltro sono molto subdoli; si può esserne affetti anche senza rendersene conto. Perciò, tanto per quanto riguarda i nostri cari quanto noi stessi, è bene prestare attenzione ad alcuni segnali d’allarme, alcuni riconducibili all’anoressia, altri alla bulimia, altri ancora al disturbo da alimentazione incontrollata:
- un’eccessiva/ossessiva preoccupazione per le calorie e per i valori nutrizionali degli alimenti (anoressia)
- progressiva eliminazione di alcune categorie di alimenti, a partire da quelli più calorici (anoressia)
- sminuzzare il cibo in piccoli bocconi, che vengono consumati con innaturale lentezza (anoressia)
- un comportamento al momento dei pasti che esprime disagio e preoccupazione (qualsiasi disturbo)
- tendenza a consumare i pasti in solitudine (qualsiasi disturbo)
- l’assentarsi subito dopo i pasti per andare in bagno o restarvi per un tempo superiore al normale (anoressia e bulimia)
- un’eccessiva preoccupazione per la forma corporea e la richiesta di rassicurazioni agli altri (anoressia e bulimia)
- percezione alterata del proprio corpo (anoressia)
- un’eccessiva dedizione all’attività fisica, a volte praticata anche subito dopo i pasti per “smaltire” (anoressia)
- abbuffate (binge eating o bulimia; nel secondo caso vengono spesso “compensate” per eliminare ciò che è stato introdotto tramite il vomito)
- senso di disgusto di sé e perdita di controllo (anoressia in caso di “sgarro”, bulimia e binge eating)
- evidente diminuzione di peso (anoressia)
- evidente aumento di peso (binge eating)
- uso di lassativi e/o diuretici (anoressia e bulimia)
- perdita del ciclo mestruale (anoressia)
- controllo frequente del peso (anche più volte al giorno) e guardarsi spesso allo specchio (anoressia e bulimia)
- “pensiero fisso” sul cibo (qualsiasi disturbo: quanto ho mangiato, cosa ho mangiato, cosa mangerò, cosa non devo mangiare…)
- scomparsa di grandi quantità di cibo dal frigorifero o dalla dispensa e il ritrovamento di alimenti in luoghi non comuni come cassetti, armadi… (bulimia e binge eating)