di Alessandra Schofield
Dieta, oltre la metà degli Italiani preferisce il fai da te. Sbagliando. In Italia, oltre la metà della popolazione segue una dieta o un regime alimentare specifico, ma solo una minoranza si affida all’orientamento di un esperto. Secondo una recente indagine dell’Osservatorio UniSalute in collaborazione con Nomisma, infatti, il 51% degli Italiani si impegna in pratiche alimentari controllate, ma solamente il 19% lo fa sotto la guida di un professionista.
Le ragioni principali per adottare una dieta sono il desiderio di benessere personale e la volontà di mantenere una buona forma fisica. Un quarto degli intervistati vede la dieta come una misura preventiva contro malattie: il 22% ha modificato la propria alimentazione in seguito a risultati preoccupanti da analisi del sangue. Circa il 29% adotta un determinato piano alimentare per affrontare problemi di sovrappeso o obesità.
Un altro dato interessante emerge riguardo alle abitudini culinarie casalinghe: il 70% degli Italiani predilige cibo fatto in casa, scelta che sottolinea l’importanza della cucina domestica nonostante il ritmo di vita moderno accelerato.
La ricerca ha coinvolto 1.200 persone, ed offre un quadro chiaro sul nostro rapporto con l’alimentazione. Anche se un numero considerevole di persone è interessato al supporto di un nutrizionista o dietologo, la maggioranza in definitiva si orienta verso il fai da te, o segue i consigli di conoscenti.
La dieta mediterranea si conferma la scelta prevalente per il 45% degli intervistati, seguita dalle diete ipocaloriche e da regimi alimentari personalizzati. Solo una minoranza opta per diete vegetariane o vegane.
L’indagine UniSalute sottolinea una crescente consapevolezza riguardo le buone pratiche alimentari, con il 55% degli intervistati che ritiene le abitudini alimentari corrette fondamentali per la propria salute. Nonostante ciò, si osserva una discrepanza tra l’interesse per la supervisione di un esperto e l’effettivo ricorso a tali professionisti: il 60% degli intervistati vorrebbe essere seguito da un dietologo o nutrizionista, ma solo il 19% effettivamente segue un regime alimentare prescritto da uno specialista.
Il dato appare interessante, e possiamo ipotizzare alcune motivazioni.
Consultare un dietologo o un nutrizionista può essere costoso e molte persone preferiscono perciò affidarsi a ricerche personali, suggerimenti da parte di amici e familiari, o informazioni trovate su internet per gestire la propria alimentazione. La disponibilità di risorse online e la popolarità di diete e trend alimentari possono spingere molti a organizzare in modo autonomo il proprio regime alimentare senza consultare un esperto, preferendo consulenze online più generiche, app per il monitoraggio delle calorie, o programmi di dieta preconfezionati.
Potrebbe esserci alla base una mancanza di consapevolezza riguardo i benefici di un approccio professionale alla dieta e alla nutrizione e sull’impatto che un’alimentazione personalizzata e scientificamente validata può avere sulla nostra salute generale.
Se non ci sono problemi di salute evidenti che richiedono un intervento dietetico specifico, come condizioni mediche gravi legate all’alimentazione, le persone potrebbero non sentire l’urgenza o la necessità di consultare un professionista.
L’impressione, però, è che a volte si preferisca evitare il percorso con il/la nutrizionista perché questo normalmente prevede – giustamente – una revisione delle nostre abitudini alimentari e un approccio “a lungo termine”, con risultati graduali e una calibrazione precisa di tutti gli alimenti, al fine di non sottrarci preziosi nutrienti. Allora la scelta cade piuttosto su regimi alimentari fantasiosi (e rischiosi) che promettono il “tutto e subito” e possono invece poi rivelarsi un dannosissimo boomerang per il nostro corpo e la nostra salute.