di Alessandra Schofield
Chat delle mamme Le regole di civile convivenza valgono anche lì. Lo usiamo praticamente tutti per restare in contatto con familiari e amici – ma spesso anche per lavoro – e ha quasi completamente soppiantato gli sms: ovviamente stiamo parlando di Whatsapp.
Una delle funzioni (che purtroppo o per fortuna conosciamo molto bene) sono le famose, amate/odiate chat di gruppo. Tra queste le “chat delle mamme” (alla quale partecipano più raramente anche i papà) la fanno da padrone. Se i nostri figli sono in età scolare, dalla materna fino alla maturità, niente potrà esimerci dal partecipare alla chat di classe. Anche se la cosa non ci attira particolarmente, anche se ne faremmo volentieri a meno, anche se non partecipiamo quasi mai, anche se abbiamo silenziato le notifiche, dobbiamo starci dentro perché tutte (o quasi) le informazioni che riguardano l’organizzazione di determinate attività scolastiche passano da lì. E per questo siamo costrette (e costretti) a far finta di ignorare catene di santantonio, messaggi inviati per errore (a volte anche imbarazzanti, diciamolo), esortazioni della parrocchia, deliri di varia natura, vocali che possono durare svariati minuti, e chi più ne ha più ne metta.
Le chat delle mamme forniscono a getto continuo gustoso materiale a getto a certi siti (dai quali peraltro si può imparare moltissimo su certe dinamiche tra le persone, nelle coppie, nelle famiglie) che raccolgono – appunto – screenshot di scambi avvenuti tramite Whatsapp. Una vera miniera d’oro.
E in qualche caso, se siamo stati particolarmente sfortunati (o fortunati, a seconda dei punti di vista) anche a noi è capitato di vedere “cose che voi umani…”.
Vi è mai successo, per esempio, che in qualche chat di classe qualcuno perdesse le staffe o partissero liti e discussioni tra alcuni componenti? Magari vi hanno coinvolto personalmente in qualche assurda diatriba? Forse siete stati insultati in malo modo per aver espresso un’opinione diversa da quella di qualcun altro?
Se, con nonchalance e garbo, avete deciso di liquidare l’intera vicenda scegliendo nobilmente di non mettervi allo stesso livello dello scortese interlocutore (o della scortese interlocutrice), ebbene sappiate che un Giudice forse attribuirebbe un maggiore e diverso peso – in senso negativo – al suo comportamento.
Recentemente, infatti, la Corte d’Appello di Salerno prima e la Corte di Cassazione poi, hanno decretato che le frasi offensive indirizzate a qualcuno all’interno di una chat possono avere carattere diffamatorio e rappresentare, pertanto, un reato. Le regole di civile convivenza debbono valere in qualsiasi contesto, chat delle mamme comprese.