di Alessandra Schofield
Bambino investito, la colpa non è del conducente. Con una recente sentenza (n. 20140 del 13 luglio 2023), la Corte di Cassazione ha sollevato un automobilista dalla responsabilità di aver investito un pedone, il cui attraversamento era stato improvviso e imprevedibile, e la collisione di conseguenza inevitabile.
Nel caso specifico, l’incidente avvenuto in provincia di Massa nel 2021 ha coinvolto un bambino di due anni il quale, correndo, era uscito dalla sagoma dell’auto parcheggiata sulla destra della macchina guidata dall’automobilista autore dell’investimento. La Cassazione ha concluso che il piccolo “è sbucato dietro la sagoma di un’auto in sosta sulla destra della carreggiata che impediva la visibilità al conducente dell’auto che sopraggiungeva, ma anche l’inevitabilità dello scontro, in quanto l’auto già si trovava davanti al punto di entrata nella carreggiata e porgeva, alla corsa del bambino, il proprio lato anteriore destro (parallelo/parafango anteriore destro)”. Non solo: secondo gli elementi raccolti dai giudici, la velocità dell’autovettura condotta dall’investitore non ha inciso sull’investimento del pedone, né era inadeguata in relazione alle condizioni dei luoghi e “la condotta del bambino, connotata da assoluta imprevedibilità, ha reso impossibile il tentativo di una manovra di emergenza atta ad evitare l’impatto con il veicolo”. L‘impatto, infatti, “è avvenuto quando il veicolo già si trovava all’altezza del punto in cui è uscito il bambino, il quale, stante la bassa statura dovuta all’età, non poteva essere avvistato attraverso i vetri dell’autovettura parcheggiata”. La responsabilità, dunque, è da attribuirsi alla nonna, che in quel momento era in compagnia del bambino e avrebbe dovuto vigilare sul suo comportamento.
Gli Ermellini hanno così dato ragione al conducente e alla sua Compagnia assicurativa, chiamati in giudizio dai genitori del bambino.