di Alessandra Schofield
UniSalute Aumenta l’ansia dei cittadini milanesi per la situazione della sanità pubblica. La maggioranza ritiene che il Servizio Sanitario Nazionale non sia più in grado di rispondere pienamente ai loro bisogni in ambito sanitario. Secondo la più recente indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, sei milanesi su dieci (60%) considerano inadeguato il servizio pubblico, evidenziando una crescita del malcontento rispetto all’anno scorso, quando solo il 53% esprimeva simili preoccupazioni. Inoltre, la percentuale di chi è soddisfatto delle cure ricevute dal sistema pubblico è scesa al 38%, portando Milano a essere l’unica città tra quelle esaminate a presentare un livello di soddisfazione inferiore al 40%.
Nonostante le criticità, una parte dei milanesi continua però ad apprezzare il SSN: il 42% dichiara di nutrire ancora fiducia nel sistema, mentre il 30% lo considera tra i migliori al mondo. Rispetto al periodo precedente la pandemia, il 24% degli intervistati ha notato un maggiore ricorso alla telemedicina e al teleconsulto, strumenti che incontrano un ampio consenso, tanto che il 62% auspica un uso ancora più esteso della tecnologia per le cure a distanza.
Il problema più sentito rimane quello dei tempi di attesa, giudicati insostenibili dall’82% dei milanesi intervistati. Quasi il 90% ritiene che i tempi per ottenere le prestazioni sanitarie si siano allungati negli ultimi cinque anni, e ben il 75% indica la riduzione delle attese come priorità per migliorare il servizio, seguito dalla richiesta di un’offerta più flessibile di appuntamenti (50%).
La situazione è aggravata dalla carenza di personale sanitario: l’80% dei cittadini ritiene infatti che il numero di medici e infermieri sia insufficiente per rispondere adeguatamente ai bisogni della popolazione, con conseguenti carichi di lavoro eccessivi per i professionisti del settore.
Questo stato d’animo, in realtà, è diffuso in tutta la popolazione italiana. In questo contesto di crescenti difficoltà per la sanità pubblica, può essere opportuno valutare la possibilità di sottoscrivere una polizza sanitaria privata, che offrirebbe un accesso più rapido a visite e trattamenti, riducendo così i tempi di attesa, spesso segnalati come il problema principale dai cittadini. Inoltre, una polizza sanitaria garantirebbe maggiore flessibilità nella scelta delle strutture e delle tempistiche, alleviando l’impatto delle carenze nel settore pubblico e assicurando una continuità assistenziale in un sistema che, oggi più che mai, sembra faticare a rispondere ai bisogni crescenti della popolazione.