di Alessandra Schofield
Vendemmia in Lombardia 2024: tra sfide climatiche e promesse di qualità nei vini di quest’anno. Le esportazioni di vino italiano continuano a rappresentare una componente fondamentale dell’economia del Paese, con una crescita notevole negli ultimi due decenni. Nel 2023, l’Italia ha esportato vino per un valore di circa 7,8 miliardi di euro, nonostante un leggero calo in volume. Gli Stati Uniti rimangono il principale mercato per il vino italiano, con esportazioni che hanno raggiunto 1,76 miliardi di euro, seguiti da Germania e Regno Unito, che hanno mostrato aumenti significativi del valore delle importazioni.
Il segmento dei vini sfusi ha visto un incremento in volume, in particolare in mercati come la Germania, mentre i vini imbottigliati e spumanti hanno registrato lievi flessioni in volume ma aumenti nel valore, soprattutto grazie alla crescente popolarità del Prosecco.
Negli ultimi vent’anni, le esportazioni di vino italiano sono quasi triplicate, penetrando in 173 mercati globali. Il 2023 ha visto una crescita del prezzo medio per litro, segno di una crescente apprezzamento della qualità del vino italiano. Tuttavia, il settore ha affrontato e sta affrontando anche alcune sfide, come l’aumento dei costi di produzione, in parte dovuti alla crisi energetica e ai rincari delle materie prime, che hanno messo sotto pressione le aziende vinicole.
Nonostante le difficoltà, il settore vinicolo italiano mostra dunque una notevole resilienza, continuando a espandere la sua presenza globale e adattandosi alle mutevoli dinamiche di mercato.
La Lombardia è una regione di grande rilevanza nella produzione vinicola italiana, con 20.000 ettari di vigneti di cui circa il 90% è destinato alla produzione di vini di alta qualità e caratterizzato da una notevole varietà di vini e territori vitivinicoli distinti: ospita 5 DOCG, 22 DOC e 15 IGT, con l’Oltrepò Pavese e Franciacorta come i due principali distretti vinicoli.
Oltrepò Pavese è infatti responsabile di oltre la metà della produzione vinicola della Lombardia e di circa due terzi dei suoi vini a denominazione DOC. Questo distretto è noto soprattutto per i suoi vini spumanti di alta qualità, prodotti prevalentemente da uve Pinot Nero secondo il metodo classico. Oltre ai vini spumanti, l’Oltrepò Pavese produce anche vini rossi significativi da varietà come Barbera, Croatina e Uva Rara, e vini bianchi da Riesling e Moscato. Recentemente, la Regione ha attirato l’attenzione di importanti investitori, aumentando il valore delle terre viticole e ampliando la produzione di vini di alta qualità.
Franciacorta, situata vicino al Lago d’Iseo, è invececelebre per i suoi spumanti, che competono con i migliori Champagne francesi. Questi vini sono prodotti principalmente con Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, e godono dello status DOCG dal 1995. I vini di Franciacorta sono apprezzati per la loro eleganza e complessità, con una produzione che si concentra su spumanti metodo classico di alta qualità.
Un altro importante distretto è Valtellina, noto per i suoi vini rossi a base di Nebbiolo (localmente chiamato Chiavennasca). Questo territorio montano produce vini distintivi e leggeri, apprezzati soprattutto nei mercati svizzeri. I vini Valtellina Superiore DOCG e Sforzato di Valtellina DOCG sono i più pregiati, con una lunga tradizione di produzione di vini robusti e invecchiabili.
La Lombardia, insomma, pur non essendo la regione vinicola più famosa d’Italia, offre una gamma diversificata di vini di alta qualità, che stanno guadagnando sempre più riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale e la sua produzione vinicola è sempre più apprezzata anche all’estero, come dimostrano le esportazioni regionali, che hanno raggiunto un valore di 327 milioni di euro nel 2023. Coldiretti Pavia lancia però l’allarme per l’anno in corso che ha registrato una stagione difficile, segnata da condizioni meteorologiche avverse e da notevoli differenze tra le varie zone e tipologie di uve. Proprio nei giorni scorsi, a metà agosto, è ufficialmente iniziata la vendemmia in Oltrepò Pavese, la più vasta area vitivinicola della Lombardia e la terza in Italia, con oltre 12.000 ettari di vigneti, ma le prime previsioni indicano già una riduzione della produzione di uva di circa il 30% rispetto alla media. Le condizioni climatiche avverse di quest’anno hanno avuto un impatto significativo sulla produzione. Le abbondanti precipitazioni, caratterizzate da temporali violenti e piogge prolungate durante la primavera e l’inizio dell’estate, unite a episodi localizzati di grandine, hanno creato un ambiente favorevole alla proliferazione di funghi parassiti nelle viti, costringendo gli agricoltori a interventi straordinari, con conseguenti aumenti dei costi di produzione.
Nonostante la riduzione della quantità, ci si attende comunque un’annata di buona qualità, specialmente per alcune varietà come i bianchi e le basi per spumante, ma bisognerà attendere l’evoluzione di agosto e settembre, cruciali per la raccolta delle uve rosse, per avere un quadro più preciso della produzione complessiva.
A livello nazionale – denuncia Coldiretti – la vendemmia 2024 si presenta come una delle più incerte degli ultimi anni, con l’Italia divisa in due: mentre al Sud la raccolta è iniziata in anticipo a causa della siccità e delle alte temperature, al Nord le preoccupazioni sono legate agli effetti del maltempo prolungato. Il clima, inoltre, influisce anche sui costi di produzione, dall’irrigazione alle misure di protezione contro eventi climatici avversi e malattie, con un impatto significativo per i produttori.