di Alessandra Schofield
Attacco al miele italiano Coldiretti denuncia importazioni sleali e prezzi stracciati. Coldiretti denuncia: l’importazione sleale di miele e i cambiamenti climatici stanno causando gravi danni alla produzione italiana di miele. I produttori nazionali si trovano a competere con il miele straniero di scarsa qualità, che arriva sul mercato italiano a prezzi molto bassi. Ad esempio, il miele cinese viene venduto a poco più di un euro al chilogrammo. Nel frattempo, i costi di produzione per i produttori italiani sono in aumento a causa delle condizioni meteorologiche estreme come maltempo e siccità.
Nel corso del 2023, sono stati importati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero, mentre la produzione nazionale è stata stimata intorno ai 22 milioni di chili. Coldiretti ha sottolineato che la produzione nazionale ha risentito degli effetti del clima, secondo quanto emerso dall’analisi condotta su dati forniti dall’Osservatorio Nazionale Miele.
Coldiretti ha sottolineato l’importanza di sostenere gli apicoltori italiani attraverso l’acquisto diretto del loro miele, poiché ciò contribuisce a preservare il territorio e a tutelare l’ambiente e la biodiversità, in particolare l’ape, che svolge un ruolo fondamentale in questo contesto. Coldiretti ha anche chiesto l’introduzione del principio di reciprocità in Europa, al fine di garantire che il miele importato rispetti gli stessi standard di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale e dei diritti dei lavoratori che vigono in Italia.
Il prezzo medio del miele importato dai Paesi al di fuori dell’Unione Europea è stato di 2,14 euro al chilo. Tuttavia, un’indagine condotta dalla Commissione Europea ha rivelato che il 46% dei campioni di miele importato non rispettava le normative comunitarie, con l’uso di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto e l’impiego di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica. La maggior parte dei campioni sospetti proveniva dalla Cina.
Coldiretti ha suggerito ai consumatori di verificare attentamente l’origine del miele prima dell’acquisto, preferendo l’acquisto diretto dai produttori italiani nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Questo è considerato il modo migliore per sostenere l’apicoltura italiana, proteggere le api e promuovere la biodiversità.
Sebbene in Italia si consumi in media circa mezzo chilo di miele all’anno per persona, questa quantità è inferiore alla media europea di 600 grammi e notevolmente inferiore alla Germania. Tuttavia, l’Italia si distingue per la sua varietà di mieli, che vanno dalle varietà DOP come il Miele della Lunigiana e il Miele delle Dolomiti Bellunesi, ai mieli speciali aromatizzati e invecchiati in barrique, come quelli al tiglio, agli agrumi, all’eucalipto e all’acacia.
Edoardo Mombelli, apicoltore di Quinzano d’Oglio (BS), ha suggerito che per evitare di consumare prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero, sarebbe opportuno verificare attentamente l’origine del miele prima dell’acquisto, preferibilmente optando per l’acquisto diretto dai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Ha sottolineato che questo approccio rappresenta il modo migliore per sostenere l’apicoltura italiana, proteggere le api e promuovere la biodiversità.