di Alessandra Schofield
Finalmente l’oblio oncologico: una legge di civiltà, approvata da tutti. Il 5 dicembre 2023 è stato compiuto un passo molto importante: dopo la Camera (lo scorso agosto), anche il Senato ha approvato all’unanimità il testo sull’oblio oncologico.
La legge, attesa da tempo, determina – accogliendo quanto indicato dal mondo scientifico – che trascorsi 10 anni (5, per chi si sia ammalato prima dei 21 anni) dalla fine delle cure si è considerati guariti a tutti gli effetti e l’aspettativa di vita torna uguale a quella di chi non abbia mai avuto un tumore.
Ciò soprattutto mette fine ad una serie di discriminazioni cui finora sono stati sottoposti gli ex pazienti oncologici. Grazie a quella che è stata universalmente riconosciuta come una “legge di civiltà”, le persone guarite definitivamente dal cancro non saranno più tenute a fornire informazioni o a subire indagini legati alla patologia pregressa, avendo dunque la possibilità di sottoscrivere – tra gli altri – contratti bancari e/o assicurativi, così come fare richiesta per l’adozione e l’affidamento di minori o partecipare a procedure concorsuali, senza incontrare le ben note difficoltà.
Questo passaggio ha dunque un valore importantissimo anche dal punto di vista psicologico, poiché quella sorta di “stigma” determinato dall’essere stati pazienti oncologici – sia pure tanti anni prima e nonostante una completa guarigione – impediva di lasciarsi completamente alle spalle la malattia e guardare al futuro.
In attesa che il provvedimento venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il testo approvato dal Senato è disponibile a questo link.
“Accolgo con grande gioia l’approvazione all’unanimità della proposta di legge parlamentare sull’oblio oncologico. Una norma di civiltà, che il Governo ha convintamente sostenuto e che cancellerà quelle umilianti e ingiuste discriminazioni che pesavano sulle persone guarite da patologie oncologiche. Grazie a tutte le forze politiche che hanno consentito di raggiungere oggi questo obiettivo” ha dichiarato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, commentanto una legge che ha visto concordi ed impegnate trasversalmente tutte le forze politiche.