di Alessandra Schofield
Questa prima metà di aprile ha confermato la crescente tendenza del clima alla tropicalizzazione. Ciò comporta, tra gli altri effetti, sfasamenti stagionali e la combinazione tra una maggiore violenza delle manifestazioni atmosferiche ed un rapido susseguirsi di eventi naturali anche in contrasto tra loro.
Avviene così che ad un prolungato periodo di siccità facciano seguito temporali intensi e grandinate, oppure che si passi repentinamente dal freddo al caldo e viceversa.
Tutto ciò incide in maniera purtroppo significativa sulla produzione agricola, compromessa da trombe d’aria, sbalzi termici, grandine.
La Lombardia è tra le sette regioni che recentemente sono state poste in allerta meteo e che a seguito della recentissima ondata di maltempo ha subito ingenti danni alle colture.
Si attende con ansia la pioggia per allontanare il rischio dell’arsura – soprattutto per quelle produzioni che soffrono in modo particolare la siccità come i cereali e le erbe da foraggio – ma le precipitazioni sferzanti ed estremamente intense vengono accolte da un terreno secco, che non riesce ad assorbirle. L’acqua, così, scorre via e ciò può provocare smottamenti e frane.
Secondo i dati Coldiretti le gelate tardive dei giorni scorsi hanno danneggiato fino al 70% delle gemme e dei giovanissimi frutti su susini, ciliegi, albicocchi, peschi, meli, peri, kiwi e vigneti nel centro Nord.
Nel 2022 si è perduto il 10% della produzione nazionale (in termini economici, 6 miliardi di euro) e 300.000 aziende agricole oggi affrontano questa difficile primavera 2023 e sono già in sofferenza a causa di un inverno siccitoso che ha segnato mediamente un aumento della temperatura di 1,21° (e +1,38° al Nord) e faceva seguito all’aridità estiva che tutti ricordiamo. E rispetto alla prossima estate non si respira aria di ottimismo.
Il cambiamento climatico ed i suoi effetti sono ormai una realtà evidente. Mentre si studiano soluzioni tecniche di adattamento a livello nazionale e territoriale, un primo passo verso la resilienza è proteggere la propria attività dalle conseguenze economiche degli eventi atmosferici violenti.
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