di Alessandra Schofield
58° Rapporto Censis Servizio sanitario e previdenziale in crescente affanno. Il 58° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2024 – di cui nei giorni scorsi tutti i media hanno dato conto – racconta una realtà italiana sempre più complessa, dove il sistema di welfare mostra segni evidenti di fatica. Ne abbiamo parlato spesso, nei nostri articoli. La sanità, in particolare, vive una crisi che sta influenzando profondamente le vite di molte persone. Negli ultimi dieci anni, la spesa sanitaria privata è aumentata del 23,0%, mentre quella pubblica è cresciuta molto meno, solo dell’11,3%. A questo si aggiunge un taglio reale (del 6,1%) alle retribuzioni dei medici tra il 2015 e il 2022, che ha inevitabilmente inciso sulla qualità e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale. Non stupisce, quindi, che il 92,5% degli italiani chieda più personale medico e infermieristico, e che l’87,2% voglia migliori condizioni di lavoro per chi opera in prima linea nella sanità.
Le lunghe liste d’attesa spingono tante persone verso il privato, spesso con grandi sacrifici economici. Su 100 prenotazioni, ben il 34,9% si trasforma in una visita a pagamento, sia in intramoenia che nel privato puro. Questo fenomeno non risparmia neanche chi ha redditi bassi, coinvolgendo il 32,0% di queste famiglie. Per molti, curarsi significa tagliare su altre spese: succede al 36,9% degli Italiani, ma per chi ha redditi bassi questa percentuale sale al 50,4%. Non sorprende, quindi, che l’84,2% delle persone creda che i ricchi possano curarsi meglio e più velocemente degli altri.
A queste difficoltà si aggiunge un crescente senso di sfiducia: il 63,4% degli italiani non si sente protetto dal Servizio sanitario, mentre solo il 27,9% crede di avere le spalle coperte.
Eppure, ci sono strumenti come le polizze sanitarie integrative che potrebbero offrire un aiuto concreto. Anche se spesso percepite come costose, molte di queste soluzioni sono più accessibili di quanto si pensi, con piani flessibili che possono fare davvero la differenza per chi cerca sicurezza senza dover stravolgere il proprio bilancio familiare.
Anche il sistema previdenziale non è immune da preoccupazioni. Il 65,2% degli italiani vorrebbe poter andare in pensione prima dell’età stabilita, accettando una riduzione dell’assegno, e il 59,6% sostiene la possibilità di lavorare anche dopo il pensionamento. Tra gli anziani, questa percentuale arriva al 77,6%. Tuttavia, l’81,5% teme che il sistema previdenziale non sarà sostenibile nel futuro, con troppi anziani e pochi giovani a garantire l’equilibrio. Per questo, risparmiare è considerato essenziale dall’81,2% dei giovani, mentre il 60,6% ritiene fondamentale integrare il sistema pubblico con la previdenza complementare.
Infine, c’è la percezione sempre più diffusa che il welfare pubblico si stia riducendo al minimo indispensabile. Il 50,4% degli Italiani ritiene che si debba pagare di tasca propria per ottenere servizi adeguati, e il 49,4% vede nelle polizze e nei fondi integrativi una necessità. Per molti, le spese di welfare sono un peso significativo: il 65,9% afferma che incidono pesantemente sul bilancio familiare, confermando la crescente insostenibilità di un sistema che dovrebbe invece offrire sicurezza e protezione.
Il quadro delineato dal Rapporto Censis è, infatti, quello di un Paese che si sente sempre più esposto e vulnerabile. Tuttavia, con una maggiore consapevolezza e l’adozione di strumenti come polizze sanitarie o previdenza integrativa, molte delle difficoltà quotidiane potrebbero essere affrontate con più serenità, senza rinunciare alla qualità della vita e al senso di sicurezza che tutti meritiamo.